A questo gruppo di pionieri si aggiunsero presto cultori del diritto, diplomatici, militari,
docenti universitari provenienti da tutto il mondo, aprendo una strada, tracciando con
lungimiranza un solco. Lungo questa strada, attraverso questo solco, l’Istituto, non sempre senza
difficoltà, si è mosso con sagacia e successo, è cresciuto, ha saputo affermarsi a livello
internazionale come centro di formazione, polo di ricerca, foro di costruttivo dibattito.
Con l’evolversi della situazione internazionale, il campo di azione è andato negli anni
ampliandosi, estendendosi dal diritto dei conflitti armati, al diritto dei rifugiati e dei migranti, ai
diritti umani. L’Istituto ha beneficiato e continua ad avvantaggiarsi della collaborazione di un
corpo di docenti di diversa estrazione, civili e militari, tutti di elevatissima professionalità.
Dodicimila sono le persone che hanno frequentato i corsi di Sanremo. Alcune di esse sono
diventate nei rispettivi Paesi Primi Ministri, Ministri, Capi di Stato Maggiore della Difesa,
luminari dell’insegnamento. Domani si riunirà per la prima volta a margine di questo incontro, la
neo-costituita Associazione Internazionale degli ex-Alunni.
Storia di uomini dicevo, cui molto dobbiamo, sulle cui orme l’Istituto ha continuato a
muoversi, tra alti e bassi, fedele alla sua missione.
Ma al tempo stesso storia e contributo determinante dei luoghi. L’Istituto non sarebbe
infatti mai stato quello che è (e da sanremasco lo dico con fierezza) se la Città di Sanremo –
tradizionale crocevia di incontri internazionali – non gli avesse aperto le porte e offerto sostegno
e ospitalità. Prima sede quel luogo altamente evocativo che è la Villa Nobel. Poi la Villa Zirio,
ove nel 1870 aveva dimorato Federico III, futuro Imperatore di Germania. Oggi la prestigiosa
Villa Ormond, legata al nome di un grande industriale e di un famoso architetto elvetici (la
Svizzera, vorrei ricordare, è sempre stata particolarmente vicina all’Istituto), una prestigiosa e
funzionale dimora che il Comune di Sanremo ci ha graziosamente concesso in comodato.
Oggi, nei cinque continenti, l’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario è noto per
quello che Alexandre Hay, Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, battezzò
trent’anni fa “lo spirito di Sanremo”: un approccio ai problemi più spinosi che affliggono
l’umanità basato sul dialogo, sul rigetto del pregiudizio e del preconcetto, sul confronto discreto
e l’abboccamento diretto, anche tra avversari. Un approccio pragmatico, inclusivo, mosso da
afflato etico e da spirito di servizio verso la comunità internazionale.